“I wish there was a way to know you're in the good old days before you've actually left them.”
diceva Andy Bernard nella 9x25 di The Office, scatenando i lacrimoni di qualsiasi spettatore o spettatrice.
C’è stata un’ultima volta in cui abbiamo tirato fuori i nostri giocattoli impiastricciati dalla cesta, eppure in quel momento non lo sapevamo.
L’ultima volta in cui con i nostri amici o cugini abbiamo impersonato i protagonisti di cartoni animati e serie tv. L’ultima volta in cui abbiamo implorato i nostri genitori di portarci a fare un giro in libreria o in edicola a comprare le figurine. L’ultima volta in cui le abbiamo attaccate tra le pagine di un album di cui ancora riusciamo a riconoscere l’odore.
La mia vita è sempre stata caratterizzata da momenti di profonda nostalgia, soprattutto legati a persone particolari o a momenti di chiusura, tappe obbligatorie che ero certa, non avrei più rivissuto. A casa dei miei custodisco gelosamente una scatola delle scarpe che chiamo “la scatola dei ricordi”. Dentro si trovano piccoli e grandi “tesori” di cui probabilmente non riuscirò mai a sbarazzarmi: i miei diari di scuola, i bigliettini delle medie e delle elementari con scritto “ti vuoi mettere con me, sì/no”, le cartoline dei compleanni firmate dai nonni, pezzi di carta legati a luoghi che ho visitato nel corso degli anni, testimonianze d’affetto di amiche che adesso a malapena saluto per strada.
Mi rendo conto che più si avvicinano i fatidici 30 anni, più si accumulano i miei tentativi di riconnettermi al passato. Lo faccio circondandomi esattamente di tutte le cose che mi piacevano quando ero piccola: carte dei Pokemon, Animal Crossing, portachiavi enormi di Hello Kitty da appendere alle borse come accessorio.
Sul serio, dovresti dare un’occhiata ai miei “consigliati per te” su Vinted: troveresti pupazzetti Sylvanian families, set di Lego, Sonny Angels e DVD di High School Musical.
Ho scoperto che esiste un vero e proprio termine per definire adulti — generalmente Millennial o Gen Z — a cui piace fare o acquistare cose pensate per i bambini: si tratta dei cosiddetti “kidults” (esatto, come il brand di gioielli).
Per quale motivo ci comportiamo in questo modo?
Di sicuro la pandemia ha avuto un ruolo cruciale in questo giro collettivo nella nostalgia. Eravamo chiusi in casa, alla disperata ricerca di cose da fare. Nel 2020 le vendite dei giocattoli sono aumentate del 17% e di un ulteriore 14% nel 2021.
C’è stato un vero e proprio salto temporale nelle nostre vite, tempo che in qualche modo bisogna recuperare, perché ci è stato sottratto senza il nostro consenso.
Nell’età adulta inoltre, prima di effettuare un acquisto non c’è più bisogno di chiedere il permesso, se non magari la necessità di domandarsi se abbiamo davvero bisogno di quella cosa lì (spoiler: nella maggior parte dei casi, no.)
Insomma, ovunque siamo ci portiamo dietro questi oggetti che ci danno conforto e che allo stesso tempo ci dicono chi siamo. Un po’ come Deborah Levy nella sua autobiografia in movimento, che ho finalmente terminato di leggere.
In “Bene immobile”, che attualmente è l’ultimo volume di questa trilogia (ne uscirà un quarto), l’autrice matura ed affermata lascia finalmente il suo condominio fatiscente per viaggiare e scrivere. Ad un certo punto si reca a Mumbai per un festival letterario, dove il nome della città le ricorda la madre scomparsa di recente.
“In Sudafrica, dove sono nata, mum, mamma, si scrive mom, ed era così che avevo sempre chiamato mia madre. Mombai. Mombye. Bye, mom. Non riuscivo ad accettare la sua morte.”
Saranno numerosi i suoi spostamenti: da Londra a Parigi per una cattedra universitaria, e poi ancora in Grecia, sognando sempre una casa mediterranea vicino al mare, dove poter nuotare in libertà. Eppure la donna ripensa sempre a quel capannone dedicato alla scrittura che si era costruita in seguito al divorzio.
Un capannone rifugio poco pratico e colmo di scatoloni, diari ed un banano che le sue figlie chiamano ironicamente “il terzo figlio”, per le attenzioni e le cure che Levy rivolge alla pianta. Di cosa è fatta una casa se non di sensazioni, emozioni legate alle stanze, agli oggetti e alle persone che vi hanno lasciato un segno?
Bene immobile parla di tutto questo e mi è piaciuto tantissimo, nonostante a livello strutturale sia un po’ meno fluido rispetto ai due volumi precedenti. Mi ha fatto venire voglia di leggere e ascoltare scrittrici riflettere e parlare della vita, di sé e di cose futili — Deborah Levy cita anche Elena Ferrante con “Storia della bambina perduta”, rispecchiandosi nella fuga di Lila.
“La prima cosa che feci la sera del mio ritorno a Londra fu imbucarmi senza invito a una festa letteraria. Decisi che se alla porta ci fosse stato qualcuno che controllava la lista degli invitati avrei detto di essere Elena Ferrante. O forse Lila, che si era dileguata nel buio ma poi era tornata a Londra giusto in tempo per delle patatine e un paio di cocktail a Bloomsbury.”
Altre cose che ho recuperato e gradito ultimamente:
Film/Serie TV:
Perfect days di Wim Wenders, 2023: un film che si sposa alla perfezione con questa newsletter. Di meraviglia e bellezza nelle piccole cose, celate nella più umile della quotidianità. Non succede niente, eppure non puoi che stare lì a guardare ed emozionarti per la vita di un semplice addetto alle pulizie di Tokyo. “Kondō wa kondō. Ima wa ima.”
La chimera di Alice Rohrwacher, 2023: non rimanevo così catturata dalla poesia delle immagini sullo schermo dai tempi di “Chiamami col tuo nome” di Luca Guadagnino. Qui però andiamo ben oltre. Come il filo rosso dei legami, che conduce Arthur a Beniamina. Davvero toccante e profondo, come il velo sottile che separa la vita dalla morte.
Inside out 2 di Kelsey Mann, 2024: le emozioni di Riley si fanno più complesse e più reali. Sfortunatamente all’uscita del film mi sono spoilerata una delle scene più importanti (era ovunque), quindi il momento che attendevo di più non ha avuto su di me l’impatto che mi aspettavo. I messaggi tuttavia sono arrivati forti e chiari, penso che chiunque dovrebbe vedere questo film.
Monsters: The Lyle and Erik Menendez Story di Ryan Murphy, 2024 (serie tv):
da grande fruitrice di contenuti true crime, stranamente non avevo mai sentito parlare di questo caso. Come in Dahmer, Ryan Murhphy si sofferma ancora una volta sui dettagli (a volte fin troppo): ricostruzione degli avvenimenti, estetica degli anni in cui si svolgono i fatti, caratterizzazione dei personaggi. Alcune puntate hanno sofferto di eccessiva lentezza, ma nel complesso ho apprezzato anche questa seconda stagione. Attori pazzeschi, come la colonna sonora.
Altri libri:
Sally Rooney ci ha benedetto con Intermezzo, il suo nuovo romanzo uscito il 24 di settembre. Non si vedevano un’attesa e una partecipazione così da.. i tempi di Harry Potter? Qui puoi vedere con i tuoi occhi le code in libreria il giorno della pubblicazione. Ovviamente lo sto leggendo anche io (evviva la FOMO), ero troppo curiosa per aspettare la traduzione. I personaggi e le loro caratteristiche sono quelle di sempre, ho già il mio preferito (Ivan <3). La struttura invece mi sembra diversa, molto più articolata di quella a cui Sally Rooney ci ha abituato. È come se i protagonisti stessero parlando direttamente a te, raccontandosi in un frastagliato flusso di coscienza. Non vedo l’ora di proseguire e scoprire come si svilupperà il romanzo.
Se ad Halloween ti vuoi divertire ho un libro horror e un po’ trash per te. Ancora meglio l’audiolibro. Si tratta di “Vendesi casa infestata” di Grady Hendrix. Hai presente la marionetta posseduta di Piccoli Brividi? Ecco, le vibes sono le stesse, ma l’autore ci ficca momenti divertenti che scacciano tutta la paura.
La solita (breve) carrellata di link che non possono mancare:
A tema con la newsletter:
Small talk - The Podcast — tre bambine chiacchierano tra di loro degli argomenti di vita più disparati. Un’iniezione di buon umore per affrontare ogni giornata.
Canzoni che ascoltavo in macchina con mamma e papà — se sei nat* negli anni 90/primi 2000 probabilmente abbiamo ascoltato la stessa musica.
Articolo del New York Post che parla dei “kidults” come maggiori collezionatori di giocattoli.
Sylvanian drama, l’account TT che crea un’intera soap opera servendosi di pupazzetti Sylvanian families.
altre cosine:
Breve storia del dissing prima di Tony Effe e Fedez; qui invece il mio post Instagram sugli insulti tra scrittori.
Il video di L’ora del tè dedicato allo scandalo che probabilmente sta per distruggere il mondo della musica: il terribile caso di P Diddy.
L’underconsumption core virale sul Booktok, una riflessione interessante di According to Alina sul trend di risposta diretta al consumismo esasperato che si manifesta sui social media. Diversi mesi fa Alina aveva fatto un video simile proprio sull’overconsumption.
Frivolezza adorabile per concludere: Zac Efron che guarda e commenta scene di High School Musical nel 2024.
Per questa volta è veramente tutto, ti ringrazio di cuore per essere arrivat* fin qui! Spero di non essermi dilungata troppo e che la lettura della newsletter di ottobre risulti piacevole 💚 fammi sapere, se ti va, lasciando un commento qui sotto, altrimenti ci sentiamo su Instagram.
Augurandoti un buon inizio di spooky season, a presto!
Chiara